TRÉSOR D’ARCHIVES # 04 (IT)

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Il re Sigismondo concede al conte Amedeo VIII il titolo di duca di Savoia
Materie politiche per rapporto all’estero,
Diplomi imperiali, mazzo 8.2, fascicolo 7, 1416 febbraio 9
© Archivio di Stato di Torino

Note : 5 sur 5.

Testo: Archivio di Stato di Torino

Il 9 febbraio 1416 nel castello di Chambéry il re dei Romani Sigismondo di Lussemburgo concede al conte Amedeo VIII il titolo di duca di Savoia, con una cerimonia sfarzosa preparata da mesi. La festa celebra un fatto giuridico che trova la sua forma scritta nel diploma solenne che conserviamo all’Archivio di Stato di Torino.
All’apparenza Amedeo VIII ottiene il prestigioso riconoscimento come ricompensa per l’appoggio dato al re durante il viaggio che Sigismondo compie per convincere l’antipapa Benedetto XIll ad accettare le decisioni del Concilio di Costanza. Nel 1415 Amedeo attende Sigismondo con tutti gli onori a Seyssel e lo accompagna lungo il Rodano fino a Lione; al suo ritorno all’inizio del 1416 lo attende nuovamente a Lione per accompagnarlo a Chambéry, dove, infine, riceve l’investitura ducale. Al di là dell’occasione, la concessione del titolo è soprattutto conseguenza dell’abilità diplomatica di Amedeo VIII, della necessità per l’Impero di riaffermare i suoi diritti sui territori dell’antico Regno di Arles, sottraendo la contea di Savoia all’influenza dei potenti vicini, e di una lunga tradizione di rapporti vassallatici tra gli imperatori e i conti di Savoia. Amedeo ottiene anche la conferma del titolo di verum principem, di cui erano insigniti i conti di Savoia fin dal 1310, vedendo nuovamente legittimato il suo potere sui territori del Ducato.
Nella realtà l’innalzamento della Savoia a ducato non genera mutamenti sostanziali nella vita della Stato, ma costituisce sicuramente un successo dal punto di vista simbolico, il momento culminante di un’abile politica di visibilità messa in atto da Amedeo anche attraverso il mecenatismo artistico, il cerimoniale di corte e la costruzione di una memoria storica. Non è forse un caso se nel 1417 Jean d’Orville, detto Cabaret, viene incaricato dal duca di scrivere le Chroniques de Savoie, la prima grande narrazione delle vicende della dinastia, per la quale con l’occasione si inventa un antenato germanico, Beroldo di Sassonia, imparentato, guarda caso, con gli imperatori Ottoni. Sebbene i successori di Amedeo VIII non si rivelino autorevoli quanto l’avo, il neonato ducato sopravvive con alterne vicende fino al trattato di Utrecht del 1713, per poi divenire un regno, prima di Sicilia, poi di Sardegna, che resta in vita fino al 1861.
Il diploma di Sigismondo è conservato nell’Archivio di Corte. Confezionato dalla cancelleria, il diploma è la manifestazione scritta dell’ordine del sovrano per provvedimenti destinati a durare nel tempo: non è un caso la presenza dell’espressione ad perpetuam rei memoriam, seguita dalla formula di saluto graciam regiam et omne bonum che evoca quelle usate nei documenti pontifici. Il dispositivo utilizza termini di forte valore giuridico: te Amedeum (..) in verum principem et ducem creamus costituisce il cuore del documento. La sanzione per l’inosservanza delle determinazioni regie è fissata in 1000 marche d’oro.  Il documento è scritto su 36 righe in minuscola cancelleresca francese. Alcuni accorgimenti grafici rendono immediatamente visibile l’importanza dell’atto: il nome di Sigismondo è in elegante grafia goticheggiante (il testo è in lettre bâtarde, con caratteri molto grossi e spessi). Molte delle lettere con caratteri più grossi rispetto al resto del testo presentano inoltre ornamenti che assumono l’aspetto di profili umani con mento, bocca e barba. Il diploma è impreziosito da un sigillo in cera, con un cordone di seta rosso e azzurro, che rappresenta Sigismondo incoronato e in abiti regali, seduto in trono, con nelle mani scettro e globo. Ai suoi piedi vi sono degli scudi con i simboli araldici del re dei Romani, dell’Ungheria, della Boemia, del Lussemburgo e della Croazia. L’impronta su cera rafforza l’autenticità del documento.

Amedeo VIII con la moglie Maria di Borgogna
nelle Imagines ducum Sabaudiae di Filiberto Pingone
Storia della Real Casa, categoria II, Storie generali, mazzo 3, 1572
© Archivio di Stato di Torino

Jean d’Orville, detto Cabaret, Chroniques de Savoie
Museo storico dell’Archivio (già Storia della Real Casa, categoria II,
Storie generali, mazzo 1, fascicolo 1, foglio 21r), XV secolo
© Archivio di Stato di Torino