Prevetariello in preghiera, di Antonio Mancini
Museo dell’Ottocento
Pescara, Italia
www.museodellottocento.eu

Antonio Mancini, Prevetariello in preghiera, 1873 circa
Olio su tela – cm 74 x 62
Museo dell’Ottocento – Fondazione Di Persio-Pallotta, Pescara
© Fondazione Di Persio-Pallotta
Testo : Manuel Carrera, storico dell’arte, direttore della Fondazione Fausto Pirandello.
L’opera, esposta alla Promotrice genovese del 1873 con il titolo Preghiera dei poverelli, è databile al periodo immediatamente successivo al soggiorno di Mancini a Venezia avvenuto nel maggio del 1872, quando ancora frequentava il Reale Istituto di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Domenico Morelli. L’artista si era recato nella Serenissima per incontrare il conte Albert Cahen, compositore e collezionista d’arte in contatto con gli impressionisti francesi.
L’incontro con Cahen a Venezia corrisponde con la scoperta, da parte di Mancini, della grande pittura veneta della tradizione, da Tiziano a Tintoretto. Da quel momento, la sua tavolozza si arricchirà di toni caldi. Lo studio della pittura di Tiziano costituisce dunque una sorta di spartiacque all’interno del percorso formativo di Mancini, che dai contrasti drammatici e i toni scuri di reminescenza caravaggesca passa a un colorismo acceso e sensuale. L’iconografia del devoto con catenina e sedia in primo piano torna in un altro dipinto intitolato Il Rosario (collezione privata), con protagonista, questa volta, una fanciulla dall’espressione sostenuta. Della serie dei piccoli « scugnizzi » devoti – di cui il Prevetariello in preghiera costituisce l’apice – va ricordato anche il dipinto del 1872 intitolato Il cantore sacro, oggi conservato presso la De Mesdag Collectie.
